«I giardini di marzo si vestono di nuovi colori…» cantava Battisti. Domani diamo il benvenuto a marzo, noto per essere pazzerello e per segnare l’inizio della primavera. Ma quanti sanno che qualche secolo fa, nei prossimi giorni avremmo festeggiato il Capodanno? E che in qualche parte d’Italia questa tradizione continua ancora oggi?
Quale mese migliore, del resto, di quello legato al risveglio della natura dopo il sonno invernale, soprattutto in civiltà molto legate ai ritmi delle stagioni?
Calendario romano
Ho detto qualche secolo? Ok, è vero, diciamo un paio di millenni… almeno per quanto riguarda i romani, ai quali il mese deve il suo nome, in onore di Marte, dio della guerra. A cui, appunto, erano dedicate le Feriae Martis, che aprivano il mese e inauguravano il nuovo anno.
Il primo marzo ad aprire le celebrazioni erano le Matronalia, in onore di Giunone, madre del dio, nelle quali le donne romane portavano incenso al tempio della dea e pronunciavano voti per la gloria dei mariti, mentre gli uomini facevano regali alle mogli e alle madri.
A celebrare il “compleanno” del dio era invece una processione danzante dei suoi sacerdoti, i Salii, armati di tutto punto, che sfilavano con i dodici scudi sacri (gli ancilia, simbolo dell’autorità giuridica) e le dodici lance di Marte (le hastae Martiae, rappresentanti quella militare) intonando i Carmina Saliaria, inni in latino arcaico, che invocavano la protezione degli dei sull’Urbe. Per risvegliarne lo spirito guerriero, poi, dovevano percuotere gli scudi, per fare il maggiore rumore possibile.
Questa scansione dell’anno, però, non arrivò al I millennio dopo Cristo, visto che lo spostamento del Capodanno viene fatta risalire da alcuni all’introduzione del calendario giuliano nel 46 a.C. e da altri addirittura al 153 a.C.
La Serenissima
Questo calendario fu diffuso quindi nei territori conquistati dai Romani e mantenuto per tutto il Medioevo, anche se le diverse popolazioni adottarono giorni differenti per segnare l’inizio dell’anno. Tra questi Inghilterra e Irlanda l’avevano fissato il 25 marzo, festa cristiana dell’Annunciazione, non a caso quasi coincidente con l’equinozio di primavera, celebrato dai celti. Data poi usata in Italia anche a Pisa e Firenze (qui lo spostamento a gennaio è datato 1749, ben dopo l’introduzione del calendario gregoriano nel 1582).
La data del 1 marzo resistette invece nella Repubblica di Venezia, dove i veneti avevano mantenuto il calendario romano e dove il passaggio al 1 gennaio avvenne solo con la fine della Serenissima, nel 1797. Tanto che, per indicare i primi due mesi dell’anno, si adottava la sigla m.v., more veneto, cioè “al modo di Venezia”, che li collocava in coda all’anno. Il 2 febbraio 1685 m.v. corrispondeva quindi al 2 febbraio 1686.
Tutto finito nel 1797? Certo che no. In alcuni luoghi, infatti, questa usanza è stata mantenuta nei rituali della “chiamata di marzo”, celebrata in alcune aree del Vicentino, del Padovano e del Trevigiano. Il capodanno veneto, infatti, conosciuto come “Ciamar marso” nell’Altopiano di Asiago e nella Valle dell’Agno, diventa in altre parti del Veneto “brusar marso” o “batter marso”. Insomma, un benvenuto a marzo come portatore di nuova vita.
Ad accomunarli, l’usanza di sfilare battendo qualsiasi cosa faccia rumore – ricordate i Salii? – questa volta però per risvegliare la natura e la voglia di tornare a vivere. A volte, come a Recoaro Terme, nel Vicentino, le celebrazioni per dare il benvenuto a marzo prevedono una vera e propria sfilata di rumorosissimi carri. Lo stesso valore di rinascita è quello dei falò, accesi in molte zone come segno di forza e coraggio da portare nel nuovo anno, bruciando quello appena trascorso. E i fuochi di marzo (in dialetto ‘lom a merz‘) si possono trovare anche nelle campagne della Romagna.
Marzo pazzerello
Chi non ha mai sentito questo detto? E del resto, segnando l’inizio della primavera, questo mese alterna giornate splendide a piogge torrenziali, senza farsi mancare importanti nevicate (e da nata in marzo lo so bene!!!). La speranze dei contadini, però, era di avere un mese più secco possibile: “Marzo asciutto ed aprile bagnato, beato il villano che ha seminato”, recita infatti un detto che ha una miriade di varianti regionali.
Ma è anche il momento dello splendido risveglio della natura, con la fioritura di ciliegi, viole mammole e violette, primule, margherite, tulipani e moltissimi altri fiori che danno il benvenuto a marzo e il bentornato – finalmente – alla primavera.
Una rinascita di colori ben descritta dal poeta romantico francese Alfred de Musset (1810-1857) nella sua poesia Mars, marzo appunto
Mars
Oh! que Mars est un joli mois!
C’est le mois des surprises:
Du matin au soir dans les bois
Tout change avec les brises.
Le ruisseau n’est plus engourdi,
La terre n’est plus dure,
Le vent qui souffle du midi
Prépare la verdure…
Par-dessus la haie en éveil,
Fière des fleurs écloses,
On voit le pêcher au soleil
Ouvrir ses bougeons roses.
Gelée ou vent, pluie ou soleil,
Alors tout a ses charmes;
Mars a le vissage vermeil
Et sourit dans ses larmes.
Marzo
Nei boschi, da sera a mattina,
si schiudono fresche sorprese:
leggero sui prati cammina
Marzo, incantevole mese.
Ancora non c’è l’usignolo
ricolmo di note e di trilli,
ma lungo le prode e nel brolo
già fremono e parlano i grilli.
E, guarda, la siepe s’è desta
coperta di fiori, odorosa;
il pesco s’ammala di festa
schiudendo i suoi petali rosa.
C’è pioggia, c’è vento, c’è Sole:
è Marzo, ogni cosa ha un incanto:
è Marzo che piange e non vuole..
che mostra il sorriso tra il pianto.
Marzolini
E i nati in marzo? Molti sostengono che la “follia” del mese si trasmetta anche a chi è vi è nato, che sarebbe volubile e incostante. L’altra caratteristica è quella di vivere emozioni e avvenimenti con la spensieratezza dei bambini e dare priorità ai sentimenti, in particolare all’amore, grazie al loro lato romantico.
Sognatori ed estrosi sono quindi portati per professioni creative: musicista, fotografo, scrittore, pittore o… perché no, giornalista, visto che l’elenco dei personaggi nati a marzo non può che iniziare con…. me!
Tralasciando la sottoscritta, questo mese ha dato i natali a moltissimi personaggi famosi: tra tutti gli artisti Sandro Botticelli (1), Michelangelo Buonarroti (6) e Vincent van Gogh (30); gli scrittori Gabriel Garcia Marquez (6), Alessandro Manzoni (7) e Gabriele D’Annunzio (12); gli attori Ewan McGregor (31), Ron Howard (1), Anna Magnani (7) e Jessica Biel (3); i cantanti Celine Dion (30), Umberto Tozzi (4), Elton John, Mina e Aretha Franklin (tutti il 25); i compositori e musicisti Johann Sebastian Bach (31), Antonio Vivaldi e Lucio Dalla (entrambi il 4), Franco Battiato (23) e, ovviamente, Lucio Battisti (5).
E allora, perché non lasciarvi proprio con I Giardini di Marzo, canzone che amo profondamente?
Vi è piaciuto il mio benvenuto a marzo?
E voi, avete un brano, un ricordo, una poesia preferita legata a questo mese? Scrivetemelo, o ditemelo nella mia pagina Facebook!